# Ho letto un romanzo di Edith Wharton che mi ha lasciato piuttosto perplesso, fin dal titolo: “L’età dell’innocenza”. Voglio dire che in tutte le sue pagine di innocenza non ho trovato traccia, se mai inganno, perfidia e ipocrisia.
May Mingott è senz’altro innocente prima si sposarsi, ma solo nel senso triviale e perfino anatomico del termine. Per il resto è fermamente decisa a proseguire nella sua confortevole esistenza da privilegiata, ed a tale scopo si adegua in tutto e per tutto alle richieste del suo ambiente sociale, la ricca borghesia di New York negli anni settanta dell’Ottocento, l’unico milieu che abbia mai conosciuto o intenda conoscere.
Sua cugina Ellen Oleska al contrario è la donna perduta che dopo aver sposato un ricchissimo conte polacco lo abbandona per fuggire col suo (di lui) segretario. Lasciato anche costui, riesce a rientrare nell’alta società di New York solo perché sostenuta da sua nonna, Catherine Mingott, che pur essendo ormai una vecchia signora obesa e paralitica, su di una sedia a rotelle, continua a fare il bello e cattivo tempo nel giro di famiglie che formano una sorta di aristocrazia cittadina, in quanto discendenti dai coloni che costruirono New York quando ancora si chiamava Nuova Amsterdam.
Newland Archer è fidanzato con May, ma si innamora di Ellen, ed anche dopo il matrimonio continua a pensare a lei, che gli ha imposto di sposare May, la quale peraltro, avendo notato un diverso atteggiamento nel fidanzato, si era detto disposta a farsi da parte, se il suo cuore era di un’altra.
Questo intreccio di silenzi, inganni, emozioni represse mi sembra l’esatto contrario dell’innocenza. Tanto per fare un esempio, Newland cerca Ellen un anno e mezzo dopo il suo matrimonio, perché non può più stare senza vederla, e le presenta la sua patetica situazione in questo modo (1):
...Io sono l'uomo che ha sposato una donna perché un'altra gli ha detto di fare così.»
Il pallore di lei si tramutò in una vampa fugace. «Credevo ... hai promesso ... che oggi non avresti detto certe cose.»
«Ah ... ecco un tipico comportamento femminile! Nessuna donna sarà mai d'aiuto per superare una brutta situazione!»
Sancta simplicitas ! Il vecchio Newland è arrivato a trent’anni e se ne stupisce ancora; forse l’innocenza del titolo è la sua.
Nota
1. Si veda: Edith Wharton, L’età dell’innocenza, Capitolo ventiquattresimo
Il blog di Pietro Gasti
Considerazioni Inattuali
14.10.25
K796
10.10.25
K795
# Ah, l'autunno !
Settembre, son mature le carrube.
Or tu pel caldo mare di Cilicia
conduci dalla riva cipriota
la sàica a scafo tondo e a vele quadre.
Bonaccia, e nel saffiro non è nube.
Germa con sue maggiori quattro vele,
garbo o schirazzo, legni levantini
carichi di baccelli dolci e bruni
conduci verso l’isola dei Sardi.
E vien teco un odor di tetro miele.
La siliqua, che ingrassa la muletta
dall’ambio lene e in carestìa disfama
la plebe dalla bianca dentatura,
lustra come i capelli tuoi castagni
mentre stai su la coffa alla vedetta.
Certo, d’olio di sèsamo son unte
quelle tue ciocche in forma di corimbi.
Certo, ritrovi or tu nel gran dolciore
del Mar Cilicio l’obliato carme
che alla Cipride piacque in Amatunte.
Settembre, teco esser vorremmo ovunque !
Gabriele D’Annunzio
7.10.25
K794
# Se non è una fake news scaturita chissà come da Internet, pare che in Russia attualmente circoli una battuta, sussurrata solo fra amici fidati, secondo la quale a Stalin non si poteva mentire, a Putin non si può dire la verità. Il che significa che l’attuale capo del Cremlino si è costruito una realtà alternativa in cui i fatti del mondo non hanno cittadinanza, in cui le guerre si chiamano ‘operazioni militari speciali’, l’annessione della Crimea si definisce ‘ritorno in patria’, l’Ucraina è governata da un nazista di stirpe ebraica ecc. ecc.
Questa è una tendenza tipica di tutti i dittatori, ma se da una parte identificarsi con un mondo immaginario è la base del loro potere, allo stesso tempo pone le condizioni per la loro caduta: la dissociazione cognitiva fra la visione della realtà che cercano di imporre e la realtà stessa può tendersi solo fino ad un certo punto, prima che nessuna propaganda, nessuno spin-doctor, nessuna menzogna possa più colmare l’abisso fra di loro.
I russi lo sanno bene, visto che la stessa situazione si era presentata prima del crollo dell’Unione Sovietica, quando il richiamo alle magnifiche sorti del ‘comunismo reale’ non poteva più nascondere i negozi vuoti, né evitare un confronto con lo sviluppo clamoroso al di fuori delle loro frontiere. Purtroppo allora il passaggio ad un sistema ‘liberal-democratico’ portò con sé un tale caos, una tale corruzione endemica difesa con le armi (il 4 ottobre 1993, poiché il parlamento russo rifiutava di sciogliersi, il presidente Boris Eltsin ordinò di bombardarne la sede), che piuttosto di affrontare di nuovo un simile processo i russi preferiscono rassegnarsi a Putin.
Non resta loro che considerare con amarezza che Stalin non tollerava le bugie ed ha vinto una guerra mondiale; il nuovo zar rinchiuso nella sua bolla al Cremlino non sopporta la verità, e come conseguenza non riesce nemmeno ad impadronirsi dell’Ucraina.
3.10.25
K793
# Ah, l'autunno !
Di questi tempi le 'co-eds' si preparano ad affrontare le fatiche ed i piaceri dello studio, coi testi adeguati.
art by Kevin J. Taylor
30.9.25
K792
# Mi è sempre piaciuta la musica elettronica, quindi sono sempre stato un fan dei Tangerine Dream, che ascolto ancora adesso. Il loro album in studio del 1976 si intitola “Stratosfear”.
E' stata una bella sorpresa, per me, trovare la track omonima come colonna sonora di un video prodotto dall’intelligenza artificiale.
Questo fatto del tutto casuale mi ha fatto sentire più giovane, sensazione sempre più necessaria e, ahimè, sempre più sfuggente.
26.9.25
K791
# Ah, l'autunno !
Waves of anger and fear
Circulate over the bright
And darkened lands of the earth,
Obsessing our private lives;
The unmentionable odour of death
Offends the September night.
Wystan Hugh Auden
Ondate di rabbia e paura
percorrono le contrade
illuminate e buie del mondo,
ossessionando la nostra vita privata;
l’innominabile fetore della morte
offende la notte di settembre.
23.9.25
K790
# Secondo quanto hanno potuto desumere i cultori di quella che più che una scienza è un'arte, la Cremlinologia, Vladimir Putin è convinto che la Russia sia stata pugnalata alle spalle, e privata dall’Occidente della sua sacrosanta condizione di Grande Potenza senza combattere, con un ‘soft power’ fatto di cultura decadente e perversione. In pratica è lo stesso concetto che Hitler applicava alla Germania dopo la fine della Prima Guerra Mondiale,
Poiché nelle autocrazie, tedesche o russe che siano, non esistono contrappesi e l’autocrate può agire in base alle proprie fissazioni, non importa quanto paranoiche, era solo questione di tempo prima che Hitler scatenasse l’inferno sull’Europa, e Putin aggredisse l’Ucraina, che a suo parere semplicemente non esiste come nazione. E’ del tutto probabile che si aspettasse per le sue truppe la stessa accoglienza che gli austriaci riservarono alla Wehrmacht quando invase l’Austria per portare a termine l’Anschluss, ossia l’annessione al Terzo Reich.
Questo spiega perché anche dopo anni i russi si rifiutano di chiamare una guerra su larga scala col suo vero nome, e insistono colla ridicola denominazione di ‘Operazione militare speciale’. Da questa impostazione ideologica derivò la mancata pianificazione di una vera e propria invasione, che prevede linee di attacco e un’accurata gestione della logistica; i russi invece si sparsero a macchia d’olio dove capitava, riportando perdite disastrose e subendo il contrattacco ucraino. E dire che, vittime della loro stessa propaganda, forse speravano d’essere riforniti dagli ucraini riconoscenti, e di fare una scampagnata in attesa dell’inevitabile crollo di quel guscio vuoto che secondo Putin è lo stato ucraino.
Paradossalmente, Hitler aveva la stessa convinzione riguardo all’Unione Sovietica prima di invaderla, nel 1941; egli considerava la Rivoluzione Russa ed il bolscevismo un frutto del giudaismo internazionale, e quindi un edificio marcio dalle fondamenta, che sarebbe crollato ai primi colpi assestatigli dalle sue truppe ariane.
Si sbagliava, com’è noto; lo stesso errore lo ha commesso Putin, ed oggi, dopo un milione di morti russi, non può nemmeno pentirsene. Un autocrate è tale solo finché vince, altrimenti lo attende una classica ‘defenestrazione’, che nel suo caso potrebbe implicare il senso letterale del termine.