# Secondo tomo della trilogia di romanzi intitolata “La parabola dell'Anticristo”.
Il movimento di Igor prende il potere in Russia, dove abolisce immediatamente i partiti politici e i sindacati, definiti strumenti dell'Anticristo e simbolo della modernità che i Katechon intendono estirpare in tutto il mondo.
Intanto la loro ideologia si diffonde anche nei paesi dell'Europa occidentale, così quando le armate russe la invadono vengono accolte a braccia aperte. Igor arriva a Roma, abbevera i cavalli dei suoi cosacchi nel Tevere ed ordina di radere al suolo il Vaticano, considerato il centro dell'apostasia dalla vera fede; il papa viene decapitato in mondovisione in una piazza San Pietro ormai circondata da cumuli di rovine.
Gli Stati Uniti da tempo si sono orientati verso il Pacifico, centro degli affari che hanno sviluppato con l'Unione Asiatica comprendente, fra l'altro, Cina, India e Giappone; rimangono quindi indifferenti agli avvenimenti di un'Europa retrocessa al Medioevo. In America è stato eletto presidente proprio colui che Igor considera l'incarnazione dell'Anticristo, il famoso magnate Tom ..., il quale si circonda di una corte di multimiliardari come lui, rappresentanti e gestori del capitalismo globalizzato.
Poiché Igor li attacca in modo sempre più virulento, la consorteria si convince che una guerra prima o poi sarà inevitabile. Per non mandare in rovina il patrimonio immobiliare ed industriale dell'Europa decidono di non portare avanti il conflitto con le bombe atomiche, ma invece di scatenare una serie di attacchi batteriologici preventivi, in modo da sterminare la popolazione lasciando intatte le strutture.
Insieme alle armi biologiche i laboratori di ricerca statunitensi ovviamente sviluppano anche gli antidoti contro di esse; per sbaglio tuttavia ne diffondono una partita nell'atmosfera, e l'antidoto si dimostra tanto potente da resuscitare i morti, trasformandoli in zombie. Si scatena così una Zombie Apocalypse... aspetta, questa è la trama della saga di Resident Evil... pazienza, la considererò una licenza poetica. Come diceva Picasso, i grandi creatori non copiano, rubano.
Fine secondo volume.
Il movimento di Igor prende il potere in Russia, dove abolisce immediatamente i partiti politici e i sindacati, definiti strumenti dell'Anticristo e simbolo della modernità che i Katechon intendono estirpare in tutto il mondo.
Intanto la loro ideologia si diffonde anche nei paesi dell'Europa occidentale, così quando le armate russe la invadono vengono accolte a braccia aperte. Igor arriva a Roma, abbevera i cavalli dei suoi cosacchi nel Tevere ed ordina di radere al suolo il Vaticano, considerato il centro dell'apostasia dalla vera fede; il papa viene decapitato in mondovisione in una piazza San Pietro ormai circondata da cumuli di rovine.
Gli Stati Uniti da tempo si sono orientati verso il Pacifico, centro degli affari che hanno sviluppato con l'Unione Asiatica comprendente, fra l'altro, Cina, India e Giappone; rimangono quindi indifferenti agli avvenimenti di un'Europa retrocessa al Medioevo. In America è stato eletto presidente proprio colui che Igor considera l'incarnazione dell'Anticristo, il famoso magnate Tom ..., il quale si circonda di una corte di multimiliardari come lui, rappresentanti e gestori del capitalismo globalizzato.
Poiché Igor li attacca in modo sempre più virulento, la consorteria si convince che una guerra prima o poi sarà inevitabile. Per non mandare in rovina il patrimonio immobiliare ed industriale dell'Europa decidono di non portare avanti il conflitto con le bombe atomiche, ma invece di scatenare una serie di attacchi batteriologici preventivi, in modo da sterminare la popolazione lasciando intatte le strutture.
Insieme alle armi biologiche i laboratori di ricerca statunitensi ovviamente sviluppano anche gli antidoti contro di esse; per sbaglio tuttavia ne diffondono una partita nell'atmosfera, e l'antidoto si dimostra tanto potente da resuscitare i morti, trasformandoli in zombie. Si scatena così una Zombie Apocalypse... aspetta, questa è la trama della saga di Resident Evil... pazienza, la considererò una licenza poetica. Come diceva Picasso, i grandi creatori non copiano, rubano.
Fine secondo volume.
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