2.2.21

K540

# Antologia personale

Da “Iliade” di Omero
Canto XXII

Gli rispose senza più forza, Ettore elmo lucente:
"Ti prego per la tua vita, per i ginocchi, per i tuoi genitori,
non lasciare che presso le navi mi sbranino i cani
degli Achei, ma accetta oro e bronzo infinito,
i doni che ti daranno il padre e la nobile madre:
rendi il mio corpo alla patria, perché del fuoco
diano parte a me morto i Teucri e le spose dei Teucri..."
Ma bieco guardandolo, Achille piede rapido disse:
"No, cane, non mi pregare, né pei ginocchi né pei genitori;
ah ! che la rabbia e il furore dovrebbero spingere me
a tagliuzzar le tue carni e a divorarle così, per quel che m'hai fatto:
nessuno potrà dal tuo corpo tener lontane le cagne,
nemmeno se dieci volte, venti volte infinito riscatto
mi pesassero qui, altro ne promettessero ancora;
nemmeno se a peso d'oro vorrà riscattarti
Priamo Dardanide, neanche così la nobile madre
piangerà steso sul letto il figlio che ha partorito,
ma cani e uccelli tutto ti sbraneranno."

versione di Rosa Calzecchi Onesti

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