15.5.20

K465

# “Che altre penne si soffermino su colpe e miserie. Io abbandono questi odiosi argomenti non appena posso, impaziente di riportare tutti quelli non troppo colpevoli a un tollerabile grado di benessere, e di farla finita con tutto il resto.”

Tali parole, poste da Jane Austen all'inizio del XLVIII capitolo di “Mansfield Park”, riassumono la sua poetica e dovrebbero essere tenute in considerazione da chiunque si azzardi a mettere le mani su quanto la sua morte prematura a lasciato allo stato di abbozzo. Questo non è successo nel rifacimento televisivo del romanzo incompiuto “Sanditon”, ed è stata davvero una grande delusione.
Tutti i romanzi di Austen terminano col classico lieto fine, incarnato da matrimoni a catena:
- Elizabeth cambia idea su Mister Darcy, ed accetta la sua proposta di martrimonio;
- Emma si accorge di aver sempre amato Mister Knightley, e ovviamente lo sposa;
- le due sorelle Dashwood, protagoniste di “Ragione e Sentimento”, dopo varie peripezie e svolte a 180 gradi si accasano coi pretendenti adeguati;
- le stesso accade nei restanti tre romanzi portati a compimento.
Senz'altro sarebbe un limite, se l'autore fosse un mestierante da romanzo rosa, ma Austen è una grande scrittrice, secondo il mio modesto parere, e riesce a combinare le cose in modo da far rimpiangere che sia riuscita a scrivere solo sei romanzi, e non altri dieci, tutti con magistrali “happy endings”.
Queste considerazioni mi fanno giudicare imperdonabile il disastro in cui precipita la serie televisiva “Sanditon”, con l'addio strappalacrime fra Sidney e Charlotte:


Alla fine dei suoi romanzi le eroine di Austen trionfano sulla sorte e sulle convenzioni del tempo, com'è giusto che sia, non ritornano al paesello con la coda tra le gambe.


Forse lo sceneggiatore voleva brillare per originalità, ma ha solo confezionato una ca**ata peggiore dello sconfortante finale di “Game of Thrones”, l'anno scorso, e con questo ho detto tutto.

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