12.5.20

K464

# Ho l'impressione che l'epidemia da Corona Virus porterà molti cambiamenti nelle nostre abitudini di vita, ma ad una conseguenza ormai siamo avvezzi: l'immancabile crisi economica, scritta nel DNA del capitalismo anche senza bisogno di flagelli biblici. Tuttavia, a che scopo strapparmi capelli che non ho ? Preferisco considerare lo stato delle cose da un punto di vista meno lamentoso e più tecnico, occupandomi della ‘merda economica’, come direbbe Marx (1), di cui, bene o male, ho anch'io qualche conoscenza.
Ad esempio posso chiedermi: come si inserirà questa ennesima crisi nella “Teoria delle Onde” elaborata da Nikolai Kondratiev ? Darà inizio ad una nuova ‘onda’ o sarà uno tsunami di portata tale da risultare “the end of the world as we know it”, tanto per citare un famoso pezzo dei REM ?
Con la “Teoria delle Onde” l'economista russo cercò di individuare le fasi del cambiamento di lungo periodo attraversate dal capitalismo. Proseguendo la sua linea di pensiero possiamo delinearne 4, dalla fine del XVIII secolo ad oggi:
1) la prima fase coprì il periodo dal 1790 a metà dell'Ottocento, fu alimentata dall'energia del vapore e dalla creazione di grandi fabbriche, e terminò con le rivoluzioni del fatidico 1848.
2) la seconda, da quel momento alla fine dell'Ottocento, vide l'espandersi in tutta Europa delle ferrovie e del telegrafo; questa fase comprese una lunga depressione dagli anni '70 in poi, ma pose le basi per la terza onda.
3) la terza di solito viene estesa dall'inizio del XX secolo al 1945; è caratterizzata dall'organizzazione scientifica del lavoro (taylorismo) e dall'espansione delle comunicazioni (radio e telefono), con l'evidente punto di svolta rappresentato dalla crisi del 1929.
4) la quarta va dal 1945 al 2008, e comprende il boom economico più lungo della storia, alimentato dal consumismo e dalla potenza di calcolo fornita dalla tecnologia informatica; il suo ‘turning point’ è la crisi petrolifera del 1973, la quale inaugura un lungo periodo di instabilità, senza però gli effetti disastrosi della crisi del '29.
A noi toccherebbe cavalcare la quinta onda, sulle tavole da surf delle tecnologie di rete, della comunicazione mobile e di un mercato che al giorno d'oggi è davvero globale, ma in qualche modo il meccanismo si è inceppato e il motore del capitalismo girava a vuoto anche prima che fra capo e collo gli capitasse un'epidemia.
Siamo arrivati al capolinea, per questo esperimento storico, dopo poco più di due secoli ? Aveva ragione Marx ?
La domanda è meno peregrina di quanto sembri: nel 2008, di fronte al primo, imprevisto tracollo del neoliberismo, ed allo spettacolo patetico dei gnomi della Lehman Brothers che si disperdevano col contenuto delle loro scrivanie da maghi della finanza in uno scatolone, “The Times” di Londra sparò a tutta pagina: “He's back !”, riferendosi al vecchio Karl.
Un sincero amico dell'umanità come lui di sicuro non poteva augurarsi una resurrezione causata da un'epidemia, ma tutto sommato non mi dispiacerebbe rivederlo in circolazione.


Nota
1. Nella lettera a Engels del 2 aprile 1851, Marx scrive testualmente: “Sono tanto avanti che entro cinque settimane sarò pronto con tutta la merda economica.” Si riferisce ai risultati delle ricerche nella biblioteca del British Museum, a Londra, che confluiranno prima in "Per la critica dell'economia politica" (1859), e poi nella sua opera maggiore, “Il Capitale”, il cui Primo Libro uscirà solo nel 1867. Nonostante l'ottimismo, tanto avanti non doveva essere; il tono brusco si spiega col fatto che subito dopo Marx aggiunge, in francese: “Ça commence à m’ennuyer.”

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