21.4.20

K458

# L'epidemia da Corona Virus pone dilemmi, che non so se definire morali, etici o politici, di difficile, almeno per me, soluzione.
Ci si può chiedere: è giusto impedire a chi abbia intenzione di farlo di radunarsi nei luoghi di culto, contando di più sulla protezione divina che non sugli ammonimenti della scienza ?
Essendo sempre stato un sincero democratico, rispettoso di qualunque opinione, sarei tentato di rispondere che non è giusto, che ognuno ha diritto di credere a quello che vuole e che sono disposto a combattere, come diceva Voltaire, perché possa esercitare questo diritto, anche se a me le sue credenze sembrano assurde.
L'obiezione più ovvia a tale linea di pensiero è che i fedeli hanno sì diritto di radunarsi, ma non quello di spargere poi il contagio acquisito, con ogni probabilità, in simili focolai di infezione. Si tratterebbe quindi di rinchiuderli nei luoghi di culto, ed inseguire gli eventuali evasi “to shoot them in the face”, come dicono gli americani, in uno scenario da vera e propria Zombie Apocalypse.
Un'obiezione più subdola sarebbe questa: la tua tolleranza, sbandierata ai quattro venti, nasconde solo la volontà di spargere il contagio fra chi professa una concezione del mondo diversa dalla tua, sperando di sbarazzarti di quanti più di loro sia possibile. La strage fra i fedeli nel quartiere ultra ortodosso di Gerusalemme, dove per motivi religiosi non sono state prese misure di protezione dal contagio, o nelle città sante del Pakistan, rimaste aperte ai pellegrinaggi, sembrerebbe confermare tale interpretazione, che ovviamente respingo all'eventuale mittente.
Nondimeno, il fatto stesso di porsi questi interrogativi dimostra una volta di più come la fede si possa equiparare alla tossicodipendenza: promette di risolvere in maniera magica i problemi, sequestrando i credenti in un paradiso artificiale, ma finisce solo per crearne altri di impossibile soluzione.

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