17.4.20

K457

# La più sdolcinata di tutte le rom-com, che io sappia, è “Love Actually” di Richard Curtis (2003), pubblicizzata come la commedia romantica ‘definitiva’, niente meno.


La melassa delle varie vicende che si intrecciano inesorabili è esasperata fino alla nausea, fino al coma diabetico dall'ambientazione nel periodo natalizio.
Di tutte le storie narrate la più divertente, secondo me, è quella davvero ‘sui generis’ che coinvolge un vecchio rocker ormai sul viale del tramonto. Costui, dal prevedibile nome di Billy Rock, con la cover di una filastrocca di Natale si trova di nuovo, in maniera imprevedibile, in cima alla hit parade; il merito del ‘Christmas miracle’ va per gran parte al suo manager, nonché amico da una vita, il che produce un risvolto talmente bizzarro da avermi offerto (era ora !) un'occasione di divertimento.
La rinnovata notorietà procura a Billy l'invito al party di Natale di Elton John; presto però si rende conto che preferisce passare quel momento di gloria inopinata con chi ha condiviso con lui gli alti e bassi della sua movimentata esistenza. Si reca così a casa dell'amico per esternargli la propria riconoscenza del tutto amichevole, ma sbaglia, come risulterà dalla reazione dell'altro, la scelta delle parole con cui farlo.


In inglese la frase “I love you” indica sia un attaccamento sentimentale, che di qualunque altro genere. E' quanto si scambiano genitori e figli, o altri parenti; fra amiche è del tutto normale, nondimeno fra amici è meglio evitarlo, per non dar luogo ad equivoci: Billy vuole dire in effetti “ti voglio bene” ma l'altro, del tutto estraneo, come ogni maschio, a simili effusioni del cuore, rimane quanto mai perplesso:
 

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