3.3.20

K443

# Quando finalmente le fanciulle in fiore entrano in scena, nella seconda sezione del romanzo di Marcel Proust, “Alla ricerca del tempo perduto”, a loro intitolata, risultano una incantevole compagnia composta da quattro ragazze: Albertine, Andrée, Gisèle e Rosemonde.
Il Narratore ne è subito affascinato, ma in base alle rigide convenzioni dell'epoca non può avvicinarle in quanto non è stato loro ufficialmente presentato: e dire che sono ancora adolescenti ! Oggi a noi queste possono sembrare stupidaggini, ma a quei tempi ci tenevano soprattutto le donne, come dimostra Albertine.
Quando un amico del Narratore li incontra mentre passeggiano sulla spiaggia della località balneare di Balbec, commette l'errore di salutare, oltre a lui, anche la ragazza, la quale poi se ne lamenta con l'altro (1):

“Come si chiama, quell’ostrogoto ?" mi chiese Albertine. "Non capisco perché mi saluti, visto che non mi conosce. Per questo non gli ho restituito il saluto.”

All'inizio il Narratore, ormai ammesso all'amicizia con la piccola banda, fa fatica a distinguere le sue componenti, tanto gli piacciono tutt'e quattro. Distribuisce così la sua preferenza più che altro in base ai possibili sviluppi futuri della loro conoscenza. 
Dapprima si dichiara innamorato di Gisèle, ma fallito un goffo approccio si dirige su Andrée, che gli sembra la più sfacciata. Questa però, come scopre, è solo la maschera celante un carattere sensibile e intellettuale come il suo; passa così ad Albertine, che lo invita in camera sua, nell'albergo dove per una sera entrambi risiedono.
La ragazza è raffreddata, quindi si fa trovare a letto, generando un comprensibile equivoco nel Narratore, il quale poi rimane sconcertato dalla sua reazione del tutto imprevista (1):

“Finitela o suono”, intimò Albertine vedendo che mi slanciavo su di lei per baciarla.

Da notare come pur essendo dei ragazzi, ed anche ufficialmente presentati, i due si diano del ‘voi’, il che situa davvero il romanzo in un'epoca diversa dalla nostra.
Ormai in piena tempesta ormonale il Narratore avanza inarrestabile, ma Albertine non ha alcuna intenzione di soggiacere a quegli impulsi (1):

Stavo per conoscere l’odore, il sapore di quell’ignoto frutto rosa (2). Sentii un suono precipitoso, prolungato e stridulo. Albertine, con tutte le sue forze, aveva suonato.

Per adesso le mire del Narratore sono andate a vuoto, ma di sicuro almeno questo personaggio femminile tornerà nelle altre sezioni del romanzo, visto che la sesta si intitola “Albertine scomparsa”.

Note
1. Traduzione di Giovanni Raboni dall'edizione Mondadori del romanzo di Proust.
2. Il viso della ragazza, sia ben chiaro, accaldato dal raffreddore e dal fatto che lei si trova sotto le coperte.

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