25.2.20

K441

# La seconda sezione del monumentale romanzo di Marcel Proust “Alla ricerca del tempo perduto” si intitola “All'ombra delle fanciulle in fiore”. Peccato che per due terzi del libro di queste “jeune filles en fleur” non ci sia traccia, il che risulta davvero esasperante; esse compaiono solo alla fine della seconda parte in cui è diviso il volume, la quale reca il bizzarro titolo di “Nomi di paesi: il paese”. Qualche fine esegeta avrà senz'altro scoperto che interpretazione darvi, ma francamente non ne ho la più pallida idea.
La prima parte, “Intorno a Madame Swann”, descrive l'amore del Narratore (di cui, non si sa il nome, visto che scrive in prima persona) per la figlia di Charles Swann e Odette, Gilberte. Entrambi sono appena adolescenti, ma la ragazza dimostra un carattere instabile e incostante, e sebbene l'innamorato descriva per centinaia di pagine i suoi patemi amorosi, lei presto se ne stanca. Lo spasimante ha la pessima idea di smettere di vederla, sperando che sia lei a farsi avanti; siccome questo non avviene la loro relazione, del resto ancora vagamente infantile, finisce nel nulla.
Tuttavia il Narratore continua a frequentarne la famiglia; dopo l'iniziale diffidenza, dovuta all'ostracismo dei suoi genitori nei confronti di Odette, Swann ha infatti preso a benvolere il ragazzo, con cui intrattiene lunghe conversazioni su arte e letteratura. Ancora più contenta di lui è Madame Swann, che dopo il matrimonio si da arie da gran signora e intrattiene un ‘salotto’, nientemeno; lei infatti ritiene che la conversazione del ragazzo elevi il livello culturale di quelle riunioni. Il Narratore vi partecipa spesso, dopo essersi accertato che Gilberte non sia presente; ha così occasione di far conoscenza di vari personaggi, fra cui lo scrittore Bergotte, da lui tenuto in grande considerazione.
Venuto a conoscenza dei suoi problemi di salute, una sera Bergotte, mentre fanno un pezzo di strada assieme, appena usciti dal salotto, se ne informa meglio, poi aggiunge, come se fosse un fatto di pubblico dominio, di cui si può parlare con qualunque estraneo (1):

«Chi avrebbe bisogno di un buon medico è il nostro amico Swann». E, avendogli chiesto se fosse malato: «Be’, è uno che ha sposato una puttana, che deve ingoiare ogni giorno cinquanta rospi di donne che non vogliono ricevere sua moglie o di uomini che ci sono andati a letto. Si vede, gli deformano la bocca. Osservate un giorno, quando rientra, il suo sopracciglio circonflesso, e capirete chi si ritrova in casa».

E' proprio vero che il passato a volte non passa mai, soprattutto, dispiace aggiungerlo, per le donne. Il giovane, poco esperto del mondo, è sbalordito della doppiezza dello scrittore, solito prodigarsi in mille smancerie davanti agli Swann; questo tuttavia non è ancora il peggio, di cui fa esperienza quando è costretto a dar ragione a Bergotte. Un suo amico, di nome Bloch, lo vede un giorno in compagnia degli Swann sugli Champs-Élisées, così tempo dopo gli chiede chi fossero. Lui tace, temendo che abbia delle mire su Gilberte, ma l'altro è invece molto interessato alla madre, che dice d'aver incontrato in treno (1):

Il mio ostinato silenzio, evidentemente, dispiacque a Bloch. «Speravo, mi disse, di potermi procurare, grazie a te, il suo indirizzo, per andare a casa sua a gustare, più volte la settimana, i piaceri di Eros, caro agli dei, ma non insisto, dal momento che tu affetti discrezione nei riguardi d’una professionista che si è data a me tre volte di seguito, e nel modo più raffinato, fra Parigi e il Point-du-Jour. La ritroverò pure, una sera o l’altra.»

Insomma, accantonati i problemi economici dopo che Swann l'ha sposata, Odette continua la sua precedente attività di ‘cocotte’ (e questo è davvero un eufemismo) per hobby, diciamo così. Vatti a fidare delle donne.

Nota
1. Traduzione di Giovanni Raboni dall'edizione Mondadori del romanzo di Proust.

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