15.10.19

K403

# In un post precedente, trattando del primo incontro fra Clark Kent e Lois Lane, ho citato il poeta latino Ovidio, e precisamente l'Epistola XII delle Eroidi, verso 35: Et vidi et perii !
Nell'opera del poeta latino la lettera è però inviata da una donna, Medea, ad un uomo, Giasone; con questa frase (ti vidi, e fui perduta) Ovidio anticipa l'immane tragedia generata dal loro incontro, di cui fornirà un'ampia versione nelle “Metamorfosi” (libro VII, 1-424): tradita da Giasone, che sposa Creusa, Medea, la quale allo scopo di favorirne la fuga dalla Colchide aveva fatto a pezzi il fratello, Apsirto, per vendicarsi ucciderà sia la sposa promessa, che i figli avuti da lui.
Sull'argomento non proprio leggero si può altresì consultare “Medea” di Euripide, i libri III e IV delle “Argonautiche” di Apollonio Rodio e la “Medea” di Lucio Anneo Seneca.
Di un altro incontro, stavolta storico ma non meno gravido di conseguenze funeste, parla Appiano all'inizio del Libro V delle “Guerre Civili”:

Dopo la morte di Cassio e di Bruto, Cesare (ossia Ottaviano) si diresse in Italia e Antonio in Asia, dove si incontrò con lui Cleopatra regina d'Egitto, e subito, appena la vide, ne fu conquistato. Questo amore per essi, e per l'intero Egitto con loro, finì con l'ultima rovina.

Appiano è nativo di Alessandria, quindi con ‘ultima rovina’ intende la sparizione del regno tolemaico che durava da tre secoli, e l'annessione dell'Egitto all'impero romano, anzi, ai domini personali dell'imperatore. Un regno ricco e potente come l'Egitto non poteva essere lasciato nelle mani del Senato, e costituire una minaccia costante per il potere imperiale; il primo prefetto d'Alessandria e d'Egitto, Gaio Cornelio Gallo, venne infatti accusato di tramare contro Augusto e condannato all'esilio ed alla confisca dei beni. Si suicidò nel 26 a.C.
A proposito dell'incontro con la persona amata, impossibile non citare la lirica di Saffo che ne illustra le conseguenze psicosomatiche:

A me pare uguale agli dèi
chi a te vicino così dolce
suono ascolta mentre tu parli
e ridi amorosamente. Subito a me
il cuore si agita nel petto
solo che appena ti veda, e la voce
si perde sulla lingua inerte.
Un fuoco sottile affiora rapido alla pelle,
e ho buio negli occhi e il rombo
del sangue alle orecchie.
E tutta in sudore e tremante
come erba patita scoloro:
e morte non pare lontana
a me rapita di mente.

traduzione di Salvatore Quasimodo

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