27.2.18

K244

# La conversione al Cattolicesimo di Cristina di Svezia fu chiaramente una farsa: se non sopportava il fanatismo di Lutero, è assurdo che potesse trovarsi a suo agio fra le nefandezze della corte papale. Il papa di quei tempi, Alessandro VII, l'accettò forse pensando che fare della regina in esilio un simbolo della Controriforma gli desse un vantaggio nella diatriba coi Protestanti; tali speranze tuttavia andarono deluse, tant'è che la Svezia è un paese protestante ancora adesso, e del resto nessun governante luterano fu tentato di seguire l'esempio della sua ex sovrana.
A Roma e durante il soggiorno presso la corte di Francia, ospite del giovane Luigi XIV, Cristina continuò sempre a considerarsi una regina, ma la sua attività politica fu spesso sopravanzata dalla necessità di procurarsi adeguate fonti di reddito, che le consentissero di mantenere il proprio status nelle corti europee. Fu più fortunata come collezionista di opere d'arte e patrona delle arti; a Roma fondò la cosiddetta Accademia d'Arcadia ed il primo teatro pubblico, che presto però soccombette alla censura papale.
Se la vita di Cristina di Svezia risulta sorprendente, non meno bizzarro fu il suo destino dopo la morte. Infatti questa donna sostanzialmente atea, nonché palesemente lesbica è sepolta nelle Grotte Vaticane, accanto a papi che condannavano le sue scelte esistenziali allora, e continuano a condannarle ancora adesso. La politica è spesso definita l'arte del possibile, ma impastata di ipocrisia pretesca diventa l'arte del ridicolo; c'è solo da stupirsi che non l'abbiano fatta santa.

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