18.11.25

K806

# Lo sviluppo tecnologico che travolge come un’ondata di piena la nostra società ha preso uno slancio tale che sembra d’essere lanciati in discesa su di una bicicletta senza freni. Dopo l’ingresso dei computer in tutti i settori della nostra vita, c’è stata la rivoluzione nelle comunicazioni causata da Internet e telefoni cellulari; non ci abbiamo ancora fatto il callo, che già bisogna far fronte a quanto può porre in dubbio il nostro status come specie dominante sul pianeta: l’intelligenza artificiale. Viene spontaneo dire: Fermate il mondo, voglio scendere !
A mio parere questa considerazione spiega molto delle ultime vicende della politica mondiale, dominata ormai dalla nostalgia del passato e dal terrore del futuro. Prendiamo ad esempio la Brexit; di fronte al ruolo sempre più secondario del Regno Unito sul palcoscenico mondiale, gli inglesi devono aver pensato che tanto valeva rinchiudersi nella loro isola e costruire “Jerusalem in England’s green and pleasant land”, come ha scritto William Blake. Inutile dire che se ne sono già pentiti amaramente.
Sull’altra sponda dell’Atlantico Donald Trump vuole fare l’America “great again”, ossia procede anche lui con la testa girata all’indietro, verso un passato del tutto fantastico. Non è un caso che dopo il sostanziale fallimento di Barak Obama nel rassicurare i cittadini americani travolti dalla crisi economica ed incerti sul loro futuro, i successivi presidenti degli Stati Uniti abbiano tutti sugli ottant’anni, ed un avvenire ormai alle loro spalle: se quello fa paura, è molto meglio ancorarsi al passato.
Per quanto lo riguarda Vladimir Putin vuole fare la Russia “great again”, il che praticamente consiste nel riportare in vita il cadavere dell’Unione Sovietica, la cui dissoluzione è stata secondo lui la più grande catastrofe del ventesimo secolo, come ha ripetuto più volte. Il progetto è con ogni evidenza psicotico, nondimeno pone una minaccia concreta alla sopravvivenza dell’umanità, considerato che la nazione che intende farsene carico è satura di armi nucleari.
A crogiolarsi nel sole dell'avvenire è rimasta la Cina, alla quale gli infantili terrori notturni russi, americani o europei devono sembrare ridicoli. Una reazione comprensibile, da parte di chi vive già nel 2050.

P.S.
Mi stavo dimenticando del nostro Bel Paese, lapsus davvero imperdonabile, anche se forse freudiano. Sempre a metà fra tragico e ridicolo, noi ci siamo limitati a voler fare la Padania “great again”, spacciando ai furbi e agli orbi un sovranismo da straccioni che però ha grande successo fra ‘la gggente’.

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