# A proposito di matrimonio, durante il banchetto seguito agli sponsali tra Enrico d’Orleans, figlio di Francesco I re di Francia, e Caterina de Medici, pronipote di Lorenzo il Magnifico e futura regina di Francia, come intrattenimento degli ospiti una famosa meretrice di Marsiglia, città dove si tenevano le nozze regali, dopo essersi denudata intinse i seni nel vino offrendoli poi ai convitati come una sorta di digestivo. Per non essere da meno le signore presenti non tardarono a imitarla, rendendo una delle incombenze più noiose che possano capitare, un banchetto nuziale, qualcosa di davvero imperdibile.
La disinvoltura delle aristocratiche francesi deve essere stata un vero shock culturale per Caterina, allora quattordicenne e vissuta dopo la morte dei genitori in un convento di suore. Fu anche un tetro presagio della sua vita coniugale in quanto suo marito, finché visse, non la tenne in alcuna considerazione, preferendole la sua amante, Diana di Poitiers, sebbene avesse vent’anni più di lui.
Come conseguenza il primo decennio del loro matrimonio fu sterile. Quando questo cominciò a divenire un affare di stato, essendo Enrico divenuto nel frattempo l’erede al trono, fu proprio Diana a convincerlo a frequentare il letto della moglie il minimo indispensabile a produrre un erede; se fosse rimasto senza figli Enrico avrebbe dovuto ripudiare la consorte, per poi sposarsi di nuovo con qualche rivale più temibile di Caterina, che Diana considerava scialba e insignificante.
In effetti da allora la regale consorte cominciò a sfornare i figli con cadenza pressoché annuale, arrivando a otto. Questo tuttavia non migliorò il rapporto fra le due rivali: appena Enrico morì, per un incidente durante un torneo, Caterina cacciò Diana dalla corte di Francia e la privò di tutti i benefici a lei concessi dall’amante (titoli, terre ecc), relegandola in un remoto castello.
Vendetta da lungo tempo attesa, ma almeno una volta, in precedenza, Caterina aveva dimostrato cosa pensasse della rivale. Vedendola leggere, Diana le chiese di che libro si trattasse, e Caterina rispose: «Le storie di questo regno, Madame, e direi che in ogni tempo le puttane hanno diretto gli affari dei re.»
La disinvoltura delle aristocratiche francesi deve essere stata un vero shock culturale per Caterina, allora quattordicenne e vissuta dopo la morte dei genitori in un convento di suore. Fu anche un tetro presagio della sua vita coniugale in quanto suo marito, finché visse, non la tenne in alcuna considerazione, preferendole la sua amante, Diana di Poitiers, sebbene avesse vent’anni più di lui.
Come conseguenza il primo decennio del loro matrimonio fu sterile. Quando questo cominciò a divenire un affare di stato, essendo Enrico divenuto nel frattempo l’erede al trono, fu proprio Diana a convincerlo a frequentare il letto della moglie il minimo indispensabile a produrre un erede; se fosse rimasto senza figli Enrico avrebbe dovuto ripudiare la consorte, per poi sposarsi di nuovo con qualche rivale più temibile di Caterina, che Diana considerava scialba e insignificante.
In effetti da allora la regale consorte cominciò a sfornare i figli con cadenza pressoché annuale, arrivando a otto. Questo tuttavia non migliorò il rapporto fra le due rivali: appena Enrico morì, per un incidente durante un torneo, Caterina cacciò Diana dalla corte di Francia e la privò di tutti i benefici a lei concessi dall’amante (titoli, terre ecc), relegandola in un remoto castello.
Vendetta da lungo tempo attesa, ma almeno una volta, in precedenza, Caterina aveva dimostrato cosa pensasse della rivale. Vedendola leggere, Diana le chiese di che libro si trattasse, e Caterina rispose: «Le storie di questo regno, Madame, e direi che in ogni tempo le puttane hanno diretto gli affari dei re.»
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