11.8.20

K490

# Quanto più disturba il Narratore, nella terza parte del romanzo di Marcel Proust “Alla ricerca del tempo perduto”, è la falsità che gli sembra dominare l'ambiente dell'aristocrazia. Un sensibile intellettuale come lui il quale, da lontano, giudicava quel mondo il non plus ultra, si rende conto infine che era solo per ragioni storiche, estetiche o perché subiva il fascino dei grandi nomi, non per una ragione sostanziale.
Tutti i nobili sono più o meno falsi, nondimeno i motivi che sottendono a questa condizione variano, e innanzitutto in base al sesso. Gli uomini possono essere falsi per boria, come il duca di Guermantes, la cui gentilezza verso gli ‘inferiori’ serve solo a distinguerlo, ad elevarlo sull'alterigia dei ricchi borghesi; o perché hanno qualcosa da nascondere, come penso sia il caso del barone di Charlus; o per semplice stupidità, e qui gli esempi sarebbero numerosi, comprendendo quasi tutti gli aristocratici conosciuti dal Narratore grazie al favore dimostratogli dalla duchessa di Guermantes.
Per le donne invece la falsità è una seconda natura, se non la prima, una patina di cui non possono assolutamente fare a meno essendo giudicate in maniera diversa, rispetto agli uomini, e proprio dalle loro compagne di genere. Se il duca di Guermantes non fa alcun mistero delle sue numerose amanti, e si fa beffe di loro, quando se ne è stancato, con la moglie, Madame de Guermantes non potrebbe mai comportarsi allo stesso modo, pena l'essere esclusa dalla buona società dalle altre nobildonne del suo rango, con le quali del resto lei è perfettamente d'accordo: pur essendo grande amica ed estimatrice di Charles Swann, rifiuta sempre in maniera sdegnosa che le venga presentata la moglie Odette, dati i suoi precedenti.
Come scopre poco per volta il Narratore, Madame de Villeparisis ha avuto una giovinezza piuttosto movimentata, diciamo così, ed ora, decenni dopo lo scandalo, il suo salotto continua ad essere disertato dalle signore del gran mondo, riducendosi ad accogliere ospiti di secondo o terzo rango. La duchessa di Guermantes continua a frequentarlo per dovere, essendo sua nipote, ma non inviterebbe mai a casa propria gli ospiti della zia; fa un'eccezione col Narratore proprio perché lo sente rifiutare un invito a pranzo dell'anziana signora.
La spiacevole circostanza è spiegata da Proust in maniera concisa, per una volta, ma davvero a perfezione (1):

Se, in una certa fase della sua giovinezza, Madame de Villeparisis, troppo appagata dalla soddisfazione di appartenere alla crema dell’aristocrazia, s’era in qualche modo divertita a scandalizzare le persone del suo ambiente, a mettere deliberatamente in gioco la propria posizione, aveva certo cominciato a darle peso a partire dall’istante in cui l’aveva perduta.

Per le donne, non importa quanto elevate socialmente, mantenere le forme, o almeno un'apparenza di rispettabilità è indispensabile. Questo ne spiega la sostanziale falsità, ma perché sono costrette a comportarsi così ? La ragione risiede in una precisa necessità evolutiva, di sicuro precedente perfino l'antichità della stirpe dei Guermantes, risalendo agli albori della specie umana.

Nota
1. Versione di Giovanni Raboni dall'edizione Mondadori del romanzo di Proust.

Nessun commento: