Da “Les Épaves” di Charles Baudelaire (1866)
Pièces condamnées tirées des “Fleurs du Mal”
Lesbos, versi 31-35
Qui des Dieux osera, Lesbos, être ton juge
Et condamner ton front pâli dans les travaux,
Si ses balances d'or n'ont pesé le déluge
De larmes qu'à la mer ont versé tes ruisseaux ?
Qui des Dieux osera, Lesbos, être ton juge ?
Et condamner ton front pâli dans les travaux,
Si ses balances d'or n'ont pesé le déluge
De larmes qu'à la mer ont versé tes ruisseaux ?
Qui des Dieux osera, Lesbos, être ton juge ?
Chi degli dei oserà, Lesbo, essere tuo giudice
e condannare la tua fronte impallidita nei tormenti,
senza pesare su bilance d'oro il diluvio
di lacrime versate nel mare dai tuoi ruscelli ?
Chi degli dei oserà, Lesbo, essere tuo giudice ?
e condannare la tua fronte impallidita nei tormenti,
senza pesare su bilance d'oro il diluvio
di lacrime versate nel mare dai tuoi ruscelli ?
Chi degli dei oserà, Lesbo, essere tuo giudice ?
L'ingenuo marinaio sta dicendo: “Lesbo, eh ? Sembra un'isola fantastica. Cosa fate voi ragazze per divertirvi ?”
La risposta è un muto, gelido disprezzo.
La risposta è un muto, gelido disprezzo.
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