21.1.20

K431

# La ‘flat task’ è una tassa proporzionale sul reddito, la cui aliquota cioè non varia, come quella progressiva, in base all'ammontare dello stesso. Il suo scopo, com'è facilmente comprensibile, o almeno così mi sembra, consiste nel favorire gli alti redditi, aumentare le diseguaglianze, ridurre il gettito fiscale e di conseguenza abolire il cosiddetto ‘stato sociale’, il risultato che salva il Ventesimo Secolo dalla condanna che gli spetterebbe per gli orrori che ha prodotto.
Tuttavia, una volta che si è sulla strada del calpestare le classi medie ed affermare il proprio diritto divino di disprezzare il proletariato, si può fare anche di meglio (o di peggio, a seconda dei punti di vista; Marx chiama l'economia ‘la scienza grigia’ in quanto nessuno dei suoi fenomeni è mai assolutamente bianco o nero). Visto che si è rinunciato a perseguire l'ideale di eguaglianza che fa parte del motto della Rivoluzione Francese insieme a libertà e fratellanza, perché non tornare del tutto all'Ancien Régime imponendo un'imposta regressiva, ossia che colpisce di più i percettori di bassi redditi che non quelli di redditi alti ?
C'è da non crederci, ma il secolo scorso ha visto anche questo. Nel 1989 il Primo Ministro conservatore del Regno Unito, Margaret Thatcher, introdusse una ‘poll task’ ('poll' in questo caso ha lo stesso significato di ‘head’, quindi una traduzione possibile è ‘tassa pro-capite’), ossia un'imposta uguale per chiunque, a prescindere dal suo reddito, che avrebbe dovuto finanziare i servizi locali. Una tassa del genere è drasticamente regressiva: chi deve pagare 1 con un reddito di 10, paga il 10%, ma se il reddito invece è 100, paga solo 1%.
Il movimento di protesta che si scatenò, di proporzioni mai viste fra i compassati sudditi di Sua Maestà britannica, fu tra le cause delle dimissioni di Thatcher, nel novembre 1990. Il suo successore, John Major, abolì immediatamente la ‘poll tax’, tornando al regime precedente, da tutti considerato più equo.
Questo succedeva trent'anni fa, agli albori della cavalcata dei cavalieri del neoliberismo. Al giorno d'oggi un'isola, nel vero senso della parola, monarchica, senza un sistema industriale degno di questo nome e sulla via di perdere, per forza di cose, anche il ruolo di polo finanziario internazionale, con uno stato sociale ai minimi termini sia nel campo della sanità che in quello dell'istruzione, con la classe media in via di estinzione o pronta ad essere risucchiata nella nuova servitù della gleba del precariato, a far compagnia ad un lumpenproletariat che si lascia menare per il naso dai sortilegi di qualche ‘spin doctor’, un ex impero ridotto a mendicare le briciole che cadono dalla tavola delle ex colonie americane credo che accetterebbe anche la ‘poll task’, sulla via del ritorno ad un Medio Evo del tutto fantastico, degno di Tolkien.
Poiché spesso, in passato, non mi sarebbe spiaciuto essere inglese, leggendo Shakespeare o Jane Austen, sentendo i Cream, Led Zeppelin o David Bowie, spero di sbagliarmi. 

 

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