# Una volta caduto sotto l'incantesimo del suo amore per Odette, del distaccato, ironico Charles Swann di un tempo non rimane più nulla. E' roso infatti dalla gelosia nei confronti dell'intero genere maschile, conoscendo i precedenti dell'amante; la sua situazione peggiora ancora quando riceve una lettera anonima in cui la si accusa di precise nefandezze, e che alla sua attività di ‘cocotte’ aggiunge quella di partecipante ad orge fra donne.
Dapprima Swann le considera calunnie, ma ormai il tarlo del dubbio si è impadronito di lui, così chiede ad Odette se abbia mai avuto rapporti saffici. Pensando di rassicurarlo, lei risponde distrattamente (1): “Forse molto tempo fa, senza rendermi conto di quel che facevo, forse due o tre volte."
Swann precipita nello sconforto, vedendo improvvisamente raddoppiata l'estensione della sua gelosia, e ne ha ben donde: una successiva indagine appura infatti che un episodio di quel genere si è svolto una sera di non molto tempo addietro, al Bois de Boulogne, mentre Swann era a cena dalla principessa des Laumes. Ecco come glielo racconta la stessa Odette (1):
A un tavolo vicino c’era una donna che non vedevo da molto tempo. Mi ha detto: “Venite dietro la piccola roccia a vedere l’effetto del chiaro di luna sull’acqua”. Lì per lì ho sbadigliato e le ho risposto: “No, sono stanca e sto bene qui”. Lei mi ha assicurato che non c’era mai stato un chiaro di luna così bello. Le ho detto: “Quante storie !”; sapevo bene dove voleva arrivare.
A questo punto la gelosia di Swann diventa un'ossessione, e ben presto arriva a stancare Odette, che lo vede sempre di meno, poi decide di partire per una crociera coi Verdurin. Il distacco viene accolto con sollievo dall'uomo, il quale, lontano da lei, immune dal sortilegio con cui lo tiene prigioniero, può fare un bilancio della loro relazione (1):
E dire che ho sciupato anni della mia vita, ho desiderato di morire, ho avuto il mio più grande amore, per una donna che non mi piaceva, che non era il mio tipo !
Questa illusoria liberazione non è destinata a durare: Swann infatti sposerà Odette, che gli darà una figlia, a mio parere di paternità quanto meno incerta.
Dapprima Swann le considera calunnie, ma ormai il tarlo del dubbio si è impadronito di lui, così chiede ad Odette se abbia mai avuto rapporti saffici. Pensando di rassicurarlo, lei risponde distrattamente (1): “Forse molto tempo fa, senza rendermi conto di quel che facevo, forse due o tre volte."
Swann precipita nello sconforto, vedendo improvvisamente raddoppiata l'estensione della sua gelosia, e ne ha ben donde: una successiva indagine appura infatti che un episodio di quel genere si è svolto una sera di non molto tempo addietro, al Bois de Boulogne, mentre Swann era a cena dalla principessa des Laumes. Ecco come glielo racconta la stessa Odette (1):
A un tavolo vicino c’era una donna che non vedevo da molto tempo. Mi ha detto: “Venite dietro la piccola roccia a vedere l’effetto del chiaro di luna sull’acqua”. Lì per lì ho sbadigliato e le ho risposto: “No, sono stanca e sto bene qui”. Lei mi ha assicurato che non c’era mai stato un chiaro di luna così bello. Le ho detto: “Quante storie !”; sapevo bene dove voleva arrivare.
A questo punto la gelosia di Swann diventa un'ossessione, e ben presto arriva a stancare Odette, che lo vede sempre di meno, poi decide di partire per una crociera coi Verdurin. Il distacco viene accolto con sollievo dall'uomo, il quale, lontano da lei, immune dal sortilegio con cui lo tiene prigioniero, può fare un bilancio della loro relazione (1):
E dire che ho sciupato anni della mia vita, ho desiderato di morire, ho avuto il mio più grande amore, per una donna che non mi piaceva, che non era il mio tipo !
Questa illusoria liberazione non è destinata a durare: Swann infatti sposerà Odette, che gli darà una figlia, a mio parere di paternità quanto meno incerta.
A quei tempi, per fortuna della donna, non esisteva il test del DNA, e poi in ogni caso, com'è noto, il codice civile proibisce la ricerca della paternità: se si è sposati, tutti i figli che la moglie partorisce sono del marito anche se, come dicevano i latini: mater semper certa est, pater numquam !
Nota
1. Traduzione di Giovanni Raboni dall'edizione Mondadori del romanzo di Proust.
Nota
1. Traduzione di Giovanni Raboni dall'edizione Mondadori del romanzo di Proust.
Dipinto ad olio su tela di Édouard Manet

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