22.5.18

K269

# In un post precedente ho scritto che i Teoremi di Incompletezza sono rilevanti per la scienza in generale ma poi, avendo messo in dubbio la mia stessa sanità mentale, ho dimenticato di fare un esempio concreto di tale asserzione. Rimedio subito: attualmente il grande problema irrisolto della scienza fisica è combinare la meccanica quantistica e la teoria della relatività generale, dando così una descrizione quantistica della gravità, che ancora manca. In questo modo si andrebbe incontro ad una "Teoria del Tutto" in grado di spiegare le leggi dell'universo dai componenti fondamentali della materia, oltre la scala di Planck, ai grandi ammassi galattici.
Questa teoria in qualche modo definitiva servirebbe anche a far luce sulle situazioni in cui la relatività generale e la meccanica quantistica devono per forza convergere. I fisici teorici ne hanno finora individuate due: i primi milionesimi di secondo dopo il Big Bang che ha dato vita all'universo in cui viviamo, e gli oggetti creati dal collasso gravitazionale delle stelle di grande massa, i cosiddetti ‘buchi neri’. In entrambi i campi sono stati fondamentali i contributi di Stephen Hawking, fisico inglese recentemente scomparso.
Simili ricerche trovano però un limite invalicabile nei Teoremi di Incompletezza dimostrati da Kurt Gödel nel 1931: poiché nessun insieme di regole può dar conto d'ogni possibile risultato, come possiamo presumere d'essere in grado di spiegare 'tutto' ? Ed anche se riuscissimo in effetti a spiegarlo, come riusciremmo a dimostrare che la nostra dimostrazione è coerente ? Questo non è proprio il mio campo, ma mi sembra fuori di dubbio che siamo di fronte a una frattura dal punta di vista epistemologico: dobbiamo arrenderci all'evidenza che qualcosa ci sfuggirà sempre.

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