12.12.17

K222

# Antologia personale

Dalle "Poesie" di Emily Dickinson
Nr. 1459 nell'edizione a cura di Thomas H. Johnson

Belshazzar had a Letter, —
He never had but one ;
Belshazzar's Correspondent
Concluded and begun
In that Immortal Copy
The Conscience of us all
Can read without its Glasses
On Revelation's Wall.

Belsatsar ricevette una Lettera,
non ne ricevette che una;
il suo Corrispondente
concluse ed iniziò
in quella Copia Immortale.
La Coscienza di noi tutti
può leggere senza Occhiali
sul Muro dell'Apocalisse.


L'episodio ha cui fa riferimento Dickinson si trova nella Bibbia, e precisamente nel Libro di Daniele, paragrafo 5. Durante un banchetto, il re Belsatsar fece portare i vasi d'oro che suo padre Nebucadnetsar aveva trafugato nel tempio di Gerusalemme cosicché lui, i grandi del regno, le sue mogli e le sue concubine se ne servissero per bere il vino. I suddetti se la stavano spassando, quando apparve una mano che scrisse sul muro: "Mene, mene, tekel, ufarsin". Com'è comprensibile il prodigio terrorizzò i presenti: il re mandò a chiamare i savi di Babilonia, ma nessuno di loro riuscì a interpretare lo scritto. La regina allora suggerì di convocare Daniele, in cattività a Babilonia come gli altri Ebrei, il quale lo decifrò predicendo al disgraziato monarca la rovina del suo regno. Il profeta in effetti risultò un menagramo terribile: quella stessa notte Belsatsar, re dei Caldei, fu ucciso ed il suo impero diviso fra Persiani e Medi, comandati da Dario.

Dalla Bibbia, lettura obbligatoria per le signorine di buona famiglia nel New England di metà Ottocento, la grande poetessa trae solo episodi del genere, fra il bizzarro e il grottesco; il resto pare non interessarle.
Se la scritta sul muro è la 'lettera', il 'corrispondente' di Belsatsar dev'essere il Dio dell'Antico Testamento, che spedisce 'copie immortali' delle sue missive, immagine non troppo lusinghiera.
Quella che noi chiamiamo Apocalisse, per gli anglosassoni è il 'Book of Revelation'. Non essendo certo che Dickinson intendesse riferirsi ad esso, era plausibile anche una traduzione più banale, 'parete della rivelazione' ad esempio; questa però tralascia il contrasto, a mio modesto avviso davvero geniale e del tutto dickinsoniano, fra un'azione prosaica come il leggere senza occhiali ed il supporto sul quale si legge, il Muro dell'Apocalisse, nientemeno.

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