29.8.17

K192

# La scienza moderna ha stabilito in via definitiva un fatto incontrovertibile: di assoluto in questo universo esiste solo l'entropia, tutto il resto è relativo. Così anche i valori che diamo per scontati non sono che un prodotto storico casuale, mentre le cose avrebbero potuto evolvere in maniera molto diversa, come ci illustra in maniera agghiacciante la serie televisiva "The Man in the High Castle", col suo dominio nazista del mondo.
Per quanto 'high brow' aspiri a sembrare, l'osservazione in realtà è banale; ne porta con sé un'altra, però, forse non così scontata: cosa si intende, di preciso, quando si invoca l'indispensabile 'meritocrazia' ? E' evidente che in un regime nazista il primo merito richiesto è quello di essere nazista; se qualcuno dicesse: "Io ho molti meriti, ma non sono nazista; chissà perché non faccio strada nel regime nazista", sarebbe da ricoverare in un ospedale psichiatrico, ammesso che le SS non lo ammazzino prima. Allo stesso modo per circa mille e cinquecento anni è stato obbligatorio proclamarsi cristiani, per non finire nelle camere di tortura dell'Inquisizione; e ancora, nei paesi del cosiddetto 'comunismo reale' era indispensabile definirsi marxisti, anche se lo stesso Marx rifiutò sempre di iscriversi a una tale categoria.
Risulta quindi palese che ogni sistema sociale, politico o religioso è corredato dalla propria intrinseca meritocrazia. Se al mondo, in via del tutto ipotetica, esistesse un sistema mafioso clerico-fascista, allora l'unico merito richiesto sarebbe quello d'essere un mafioso clerico-fascista, con buona pace della stucchevole retorica della Meritocrazia, con la 'm' maiuscola, che i suddetti mafiosi clerico-fascisti senza dubbio sbaverebbero sui mezzi d'informazione.

Nessun commento: