22.8.17

K190

# Le ultime elezioni per la Presidenza degli Stati Uniti presentavano un insolito motivo di interesse: la presenza, per la prima volta nella storia di quel paese, di una donna come candidata alla Presidenza. Visto com'è andata a finire, merita di considerare anche questo aspetto della vicenda.
Com'è noto in tutti i paesi avanzati le donne costituiscono la maggioranza dell'elettorato, vivendo di più degli uomini, quindi se esistesse un Partito delle Donne, e per assurdo le rappresentanti del gentil sesso lo votassero compatte, esso governerebbe TUTTI i paesi democratici in cui si presentasse alle elezioni. Ho scritto 'per assurdo' e credo a ragione, perché quando si presenta una candidata alla massima carica politica del pianeta, almeno in questo momento storico, non la votano nemmeno le sue compagne di genere, ricacciando indietro di mezzo secolo, a dir poco, le aspirazioni femminili in questo campo: chi infatti ripresenterà mai, nel prevedibile futuro, un candidato donna, se non la votano nemmeno le donne stesse ? Su questo dovrebbe riflettere chi si strappa i capelli per le becere esternazioni maschiliste di un soggetto come Trump, il quale a quanto pare ha capito delle donne più di loro stesse.
E' anche vero che questo discorso riguarda solo gli Stati Uniti: ad esempio in Germania si ha l'impressione siano sul punto di eleggere Angela Merkel Cancelliera a Vita. La prospettiva è meno stravagante di quanto sembri: quando Margaret Thatcher si è dimessa da Primo Ministro del Regno Unito nel novembre del 1990, dopo undici anni di governo, gli alunni delle elementari, non avendo mai conosciuto una situazione diversa, chiedevano alle maestre se anche un uomo poteva essere eletto a quella carica.

Nessun commento: