17.11.11

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# Aforismi inattuali

Noi abbiamo lusso sfrenato e avidità, miseria nelle casse dello stato, ma opulenza nelle case dei privati, lodiamo la ricchezza, ma ci abbandoniamo all'ozio. Non esiste più distinzione alcuna fra onesti e disonesti, solo agli intriganti vanno i premi che solevano essere propri della virtù. C'è forse da stupirsi ? Poiché ciascuno di voi pensa solo al proprio interesse, in casa siete schiavi dei piaceri, qui del denaro e dei favori, è inevitabile che ci si possa impadronire di uno stato ormai vuoto d'ogni potere.

Gaio Sallustio Crispo
La congiura di Catilina, 52, 22-23

Nota
La citazione è tratta da quello che lo storico romano, secondo l'uso del tempo, immagina essere il discorso tenuto in Senato dal Catone che sarà poi detto Uticense (o forse una rielaborazione dello stesso, se Sallustio poté avvalersi degli atti ufficiali). In ogni caso è sicuro che una simile disamina spietata e in un certo qual modo apocalittica dei mali politici e sociali dell'Urbe fu espressa nel dicembre del 63 a.C., quando l'Impero Romano era ancora di là da venire, e sarebbe poi durato mezzo millennio.
Se si può imparare qualcosa dalla storia, mi sembra che tutto sommato si debba essere ottimisti sul futuro della civiltà occidentale; la crisi che tanto ci preoccupa in futuro forse sarà vista solo come un'increspatura sul mare della cultura indoeuropea che da circa due secoli sommerge l'intero pianeta. Direi che decisamente potrei accontentarmi di altri trecento anni di sesso e rock'n'roll.

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