18.9.11

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# Negli anni settanta, quando andava al potere una giunta militare in qualche repubblica delle banane sudamericana, il suo primo provvedimento consisteva nell'aumento delle imposte indirette (ex: IVA). Sono le tipiche imposte regressive, cioè inversamente proporzionali al reddito del contribuente, buone per fare cassa solo quando si è sicuri che nessuno possa protestare, come nel caso di un colpo di stato militare.
Il fatto che in Italia, al giorno d'oggi, una simile misura palesemente iniqua sia potuta passare mi ha riportato alla mente un poema in prosa di Charles Baudelaire dal titolo emblematico di "Assommons les pauvres !" (Massacriamo i poveri !) (1). In questo apologo, che finora avevo ritenuto paradossale, il poeta narra che dopo lunghe ore di meditazione sulla questione sociale, decide di fare due passi per chiarirsi le idee; mentre passeggia un mendicante gli chiede la carità, ma lui invece di soddisfarne le richieste raccoglie un ramo d'albero e comincia a bastonarlo di santa ragione. Preso alla sprovvista il malcapitato per un po' sopporta, poi reagisce e restituisce le botte con gli interessi; il poeta allora gli dice: "Monsieur, vous êtes mon égal ! Fatemi l'onore di dividere con me il mio portafoglio ecc.".
Forse i nostri governanti avevano lo stesso intento, quello cioè di spingere la massa di buoi che rumina un inane malcontento a farsi finalmente valere. Purtroppo non hanno considerato che data la cultura cattolica imperante nel nostro paese prenderlo in quel posto è considerato un dovere, e perfino una nota di distinzione.  

Nota
1. Charles Baudelaire, Lo Spleen di Parigi, XLIX

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