29.5.09

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# Antologia personale


Dal "Canzoniere" di Francesco Petrarca

CCLIX

Cercato ò sempre solitaria vita
(le rive il sanno, e le campagne e i boschi)
per fuggir questi ingegni sordi e loschi,
che la strada del cielo ànno smarrita;

e se mia voglia in ciò fusse compita,
fuor del dolce aere de' paesi toschi
ancor m' avria tra' suoi bei colli foschi
Sorga, ch' a pianger e cantar m' aita.

Ma mia fortuna, a me sempre nemica,
mi risospigne al loco ov' io mi sdegno
veder nel fango il bel tesoro mio.

A la man ond' io scrivo è fatta amica
a questa volta, e non è forse indegno:
Amor sel vide, e sa 'l madonna et io.

Nota a margine
Questo bellissimo sonetto di Francesco Petrarca si può commentare con un pensiero di Arthur Schopenhauer (Parerga e Paralipomena, Aforismi sulla saggezza della vita, Capitolo sesto):

Qualsiasi uomo notevole, chiunque cioè non appartenga a quei 5/6 dell'umanità dotati tanto miseramente dalla natura, rimarrà dopo i quarant'anni difficilmente esente da una certa traccia di misantropia ... ognuno in genere amerà o odierà la solitudine, cioè la compagnia di se stesso, secondo la misura del suo valore intimo.

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