15.7.25

K770

# Dopo che l'interesse suscitato da "Colazione da Tiffany" (1958), e dal film omonimo di Blake Edwards (1961), con una indimenticabile Audrey Hepburn nel ruolo di Holly Golightly, 

fu seguito dal clamoroso successo di vendita e critica riscosso da "A sangue freddo" (1966), a tutt'oggi considerato un capolavoro della letteratura americana del ventesimo secolo, Truman Capote decise che avrebbe consolidato lo status di maggior scrittore della sua generazione con il libro che stava scrivendo in quel periodo: "Preghiere esaudite".
Il titolo è la citazione di un detto attribuito a Santa Teresa d'Avila: "Si versano più lacrime per le preghiere esaudite che per quelle non accolte", ma lo svolgimento non ha proprio nulla di religioso, o anche solo di decente. Il protagonista è infatti un prostituto bisessuale, P.B. Jones, che offre i propri servizi, diciamo così, a maschi e femmine appartenenti ad un ambiente sociale specifico: quello dei milionari della costa est degli Stati Uniti e delle loro mogli bellissime ed eleganti. Con esso Capote intendeva dare la versione contemporanea di "Alla ricerca del tempo perduto", di Marcel Proust, ed è questa la ragione che mi ha spinto a leggere "Preghiere esaudite"; forse però si era un po' montato la testa: l'opera dalle pretese monumentali, infatti, non vide mai una conclusione, e rovinò del tutto la carriera e la vita del suo autore.
Capote firmò il contratto con la casa editrice Random House il 5 gennaio 1966, ottenendo un anticipo sui diritti d’autore di 25.000 dollari; la data di consegna prevista era il primo gennaio 1968, ma venne rinviata più volte, fino ad arrivare al primo marzo 1981 quando, mantenendo il suo impegno, Capote avrebbe ricevuto come anticipo la cifra davvero notevole per l'epoca di un milione di dollari. Lo scrittore tuttavia non terminò mai il suo 'opus magnum', di cui rimangono i tre capitoli pubblicati sulla rivisita "Esquire", e raccolti in volume solo dopo la morte di Capote, nel 1984: Mostri non rovinati, Kate McCloud e La Côte Basque.
Da decenni ormai circola una leggenda metropolitana secondo la quale esisterebbero altri capitoli di "Preghiere esaudite", forse rinchiusi, secondo una fantasiosa teoria, in uno stipetto del deposito degli autobus Greyhound a Los Angeles, o forse trafugati da qualcuno degli ultimi amanti dell'autore. Risulta altresì possibile che dopo la messa al bando da parte degli amici milionari, quando i suoi beneamati 'cigni' non gli rivolgevano nemmeno più la parola, indignate dal fatto che avesse riportato storie vere o pettegolezzi con protagonisti facilmente riconoscibili in quell'ambiente, Capote non scrivesse più una riga di quella che doveva essere la sua opera principale; oppure, critico feroce anche di se stesso, si era accorto di quanto fosse inferiore al modello proustiano, distruggendo di mano propria quanto già scritto ma non ancora pubblicato.

Nessun commento: