5.7.22

K690

# Ho iniziato a leggere "Alla ricerca del tempo perduto" di Marcel Proust senza avere idea di che cosa mi sarei trovato davanti, né, non essendo mai stato un lettore di romanzi, se avrei concluso la sfida, ossia se sarei riuscito ad arrivare alla fine delle circa cinquemila pagine da cui è composta quest'opera monumentale.
A parte qualche occasionale giramento di palle davanti alle infinite divagazioni a cui spesso si abbandona l'autore, direi che me la sono cavata piuttosto bene, apprezzando sia l'indubbia maestria letteraria di Proust, sia la sua definizione dei personaggi, che dopo un po' diventano persone di cui si ha una stretta conoscenza.
Tutto sommato posso considerarla un'esperienza positiva, al punto che ho deciso di leggere, prima o poi, Ulisse di James Joice, altro 'capolavoro', a quanto pare, della letteratura del Novecento che costituisce ancora una lacuna nella mia 'cultura' (qualunque significato si voglia dare a questo termine).
Potrei poi passare a Il Grande Gatsby di Francis Scott Fitzgerald, ma avendo visto ben due film tratti da esso (se ricordo bene, uno con Robert Redford e l'altro con Leonardo DiCaprio), devo dire che il  personaggio principale mi è sembrato un povero fesso, disposto a farsi prendere a pesci in faccia da un'ochetta più stupida di lui. Questo per quanto mi riguarda è un 'deal breaker': dubito che mi divertirei a veder narrate le loro vicende sulla pagina stampata.
Oppure Lolita di Vladimir Nabokov, non fosse che ho apprezzato troppo il film di Stanley Kubrick; non vorrei rimanere deluso dal romanzo.
Saltando questi due mi resterebbe Cent'anni di solitudine di Gabriel Garcia Marquez, di cui non so assolutamente nulla; bene o male che vada, sarà comunque una sorpresa.

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