10.11.20

K516

# Una volta c'era in circolazione una battuta che diceva: “Quale fosse l'hobby dei sodomiti è noto, ma i gomorriti cos'hanno fatto per meritarsi la punizione divina ?” Ebbene, secondo la quarta sezione del romanzo di Marcel Proust “Alla ricerca del tempo perduto”, intitolata appunto “Sodoma e Gomorra”, si trattava in effetti di gomorrite praticanti attività un tempo di gran moda su di una famosa isola greca.
Quando il Narratore torna per la seconda ed ultima volta nella località balneare di Balbec, nella sala da ballo del casinò assiste ad uno spettacolo che pone in luce del tutto nuova i rapporti all'interno della piccola banda di fanciulle in fiore con cui aveva stretto amicizia nella seconda sezione del romanzo. Vede infatti Albertine ed Andreée ballare strettamente allacciate, ma questo non gli direbbe ancora nulla, non fosse che si trova in compagnia di un medico, il dottor Cottard, il quale ha una bizzarra teoria sul piacere femminile (1):
 
... Ecco, guardate», aggiunse indicandomi Albertine e Andrée che ballavano un valzer lento, strette l’una all’altra, «ho dimenticato gli occhiali e non vedo bene, ma sono senza dubbio al culmine del piacere. Non tutti sanno che le donne godono soprattutto attraverso i seni. E i loro, vedete, sono a strettissimo contatto».

Passati ormai anni dal loro primo incontro, il Narratore in questa parte ha una specie di relazione, e i relativi rapporti sessuali, con Albertine, quindi all'inizio non dà peso alle parole di Cottard. Il tarlo del dubbio tuttavia inizia a perseguitarlo, come un tempo Swann nei confronti di Odette, e gli porta alla mente ricordi della prima permanenza a Balbec ai quali finora non aveva badato: ad esempio il fatto che Albertine fosse solita baciare sul collo Rosemonde, atteggiamento, bisogna ammetterlo, fin troppo amichevole.
A questo punto chiede spiegazioni alla giovane donna, la quale nega ogni addebito in maniera talmente drastica da fargli pensare che abbia qualcosa da nascondere; poi, decisa a  cancellare i sospetti del Narratore, durante un loro incontro con Robert de Saint-Loup flirta spudoratamente coll'aitante nobile. Il Narratore in realtà perde interesse all'argomento in quanto intenzionato a troncare i rapporti con Albertine; sta per dirglielo quando lei lo informa che farà un viaggio con Mademoiselle Vinteuil ed un'amica della stessa, le cui tendenze lesbiche gli sono ben note giacché nella prima parte, ancora bambino, aveva assistito non visto alle loro schermaglie erotiche (2).
Travolto da una crisi di gelosia verso tutte le donne del mondo, contro le quali si rende conto di non essere attrezzato a combattere, il Narratore vuole impedirle di partire; decide così di tornare a Parigi con lei e sposarla, addirittura (come se questo potesse vietarle di frequentare altre donne, ed eventualmente dar corso alle sue inclinazioni). E' quanto alla fine di questa parte comunica alla madre, che non è mai stata contenta della sua relazione con Albertine (1):

... Sto male, qui, preferisco tornare a casa. Ma ascoltami, non rattristarti troppo, ti prego. Ecco. Mi sono ingannato, ho ingannato anche te, ieri, in buona fede (3); ci ho pensato tutta la notte. Bisogna assolutamente – e decidiamolo subito, perché me ne rendo conto benissimo, ora, non cambierò più, e non potrei vivere altrimenti – bisogna assolutamente che io sposi Albertine».

Note
1. Versione di Giovanni Raboni dall'edizione Mondadori del romanzo di Proust.
2. Il monumentale romanzo di Proust è pieno di riferimenti incrociati fra le diverse sezioni di cui è composto; di questo in particolare mi sono ricordato, nondimeno risulta probabile che altri mi siano sfuggiti. E' un peccato, perché sebbene non sia mai stato un lettore di romanzi, questo comincia a piacermi; probabilmente per coglierli tutti bisognerebbe leggerlo due o tre volte di seguito, ma data la sua lunghezza non si avrebbe tempo di fare altro.
3. Quando, prima di sapere della sua escursione con ogni probabilità diretta verso le seducenti plaghe dell'isola di Lesbo (1), aveva detto alla madre di voler interrompere qualunque rapporto con Albertine.

Nota alla nota
1. Là, tout n’est qu’ordre et beauté,
    Luxe, calme et volupté.

come direbbe Baudelaire.
Si veda: Les Fleurs du Mal, Première partie, Spleen et Idéal, LIII: L’Invitation au Voyage.

 Gustave Courbet “Les Dormeuses” (1866)

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