6.10.20

K506

# Il grande matematico francese Blaise Pascal era certo dell'esistenza di Dio, come credente; non provò mai, tuttavia, a dimostrare questa sua convinzione, magari attraverso una deduzione logica, o in qualunque altro modo la sua mente fuori dall'ordinario riuscisse a escogitare.
E' proprio quanto tentò di fare Kurt Gödel, il logico-matematico austriaco autore dei fondamentali “Teoremi di Incompletezza”. Forse a spingerlo in tal senso fu la speranza di porre un Ente necessario alla base di quel pensiero logico e matematico che proprio lui aveva privato di un fondamento definitivo coi suddetti teoremi.
Purtroppo, come rilevato dagli studiosi che hanno preso in esame la presunta “dimostrazione”, i cinque assiomi da cui procede il suo ragionamento, che sarebbe prolisso trascrivere, fanno sorgere loro stessi dei dubbi, quindi la conclusione che ne trae Gödel non fornisce alcuna risposta definitiva sull'esistenza di Dio, ma solo altre domande. Inoltre anche se gli assiomi non si potessero dimostrare come falsi, questo non significherebbe ancora che sono veri.
Ergo, pur seguendo in maniera corretta la linea di pensiero del logico austriaco, l'unico risultato che se ne ricava è questo: “Dio può esistere, ma può anche non esistere”, il che riporta alla prima casella, in questo Gioco dell'Oca secolare.
Meglio allora dar retta a quel grande filosofo e pensatore che fu Arthur Schopenhauer:

Se si studia il buddhismo nelle sue fonti ci si rischiara la mente: qui non ci sono le stupide chiacchiere sul mondo creato dal nulla e su un tizio personale che lo avrebbe fatto. Al diavolo questa porcheria !

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