12.6.20

K473

# Lois Lane, reporter investigativa del ‘Daily Planet’, vincitrice di un premio Pulitzer, moglie di Clark Kent (Superman) e madre di suo figlio Jonathan, ha un'idea tutta sua della libertà di stampa, come si deduce dall'adesivo sul computer.
 

“Questa macchina ammazza i fascisti”: Lois è stata sempre poco disposta al compromesso, e ciò sovente l'ha messa in difficoltà anche con le persone a lei più vicine.
Suo padre, Sam Lane, ufficialmente è un generale dell'esercito degli Stati Uniti, ma in realtà svolge le funzioni di capo di A.R.G.U.S., un'organizzazione spionistica supersegreta a cui si possono imputare molte delle 'black ops' che Lois tenta col suo lavoro di portare alla luce. Poiché in America il termine ‘fascista’ non ha una connotazione storica, come purtroppo da noi, ma indica in genere, per i ‘liberal’ come Lois, il contrario del ‘liberal’, non si può escludere che suo padre rientri a pieno titolo in questa categoria.
Un ulteriore motivo di contrasto con la figlia deriva dal fatto che Sam non sopporta suo genero, che considera un ‘wuss’, uno smidollato, volendo usare un eufemismo, e se sapesse che è solo una finta per coprire l'identità segreta di Superman lo sopporterebbe ancora meno: un militare come lui vede come il fumo negli occhi un alieno posto dai suoi superpoteri al di là di qualunque controllo.
Da notare infine come la donna si rivolga all'Uomo d'Acciaio coll'appellativo ‘sweetie’, dolcezza; dubito che Catwoman abbia mai chiamato Batman allo stesso modo, in ottant'anni che si conoscono.

P.S.: la tavola fa parte di una storia in cui una banda di appartenenti alla misteriosa organizzazione chiamata “Leviathan”, non sapendo che Clark Kent è la sua identità segreta, vuole rapirlo per rivalersi contro Superman, che considerano suo amico. Clark pensa di lasciarsi rapire, vedendo nel misfatto lo spunto per un ottimo articolo, e inizia un'accesa discussione con la moglie riguardo a chi dei due debba finire con esso sulla prima pagina del ‘Daily Planet’; non accetto scommesse su chi alla fine l'abbia avuta vinta.

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