4.6.19

K365

# Chi si è scandalizzato per la vendetta di Daenerys Targaryen nel quinto episodio dell'ottava stagione di “Game of Thrones” deve trovare impossibile informarsi sulla storia a noi tutti comune della cosiddetta ‘civiltà’ occidentale. Tanto per fare un esempio gli Alleati, nella Seconda Guerra Mondiale, si comportarono esattamente allo stesso modo, e non in un regno di fantasia o in una  galassia lontana lontana, ma sul suolo europeo.
La strategia dei bombardamenti a tappeto su aree densamente popolate fu propugnata dal Maresciallo Capo dell'Aria britannico Sir Arthur Harris, il quale non aveva dubbi sul fatto che la chiave per la vittoria stesse nella distruzione delle città tedesche. Il primo attacco con 1000 bombardieri venne sferrato la notte del 30 maggio 1942, contro la città di Colonia; per vantarsi della bella impresa, Churchill invitò l’ambasciatore statunitense John Winant e il generale Henry Arnold, capo delle forze aeree dell’esercito degli Stati Uniti, a cena ai Chequers, residenza in campagna dei Primi Ministri, a circa 60 km da Londra. Al termine della serata Winant, preso atto di tanta determinazione, per non dire spietatezza, mandò a Roosevelt un cablogramma che diceva: “L’Inghilterra è il posto dove vincere la guerra. Mandate qui truppe e aerei il prima possibile”.
In agosto Churchill si recò da Stalin per metterlo al corrente della nuova strategia, e lo trovò ancora più entusiasta degli americani; la campagna dei bombardamenti fu in effetti l’unica azione britannica che incontrò l’approvazione di un soggetto diffidente come il dittatore sovietico, il quale conosceva bene l'anticomunismo di Churchill. Considerato che i raid della Luftwaffe avevano fino ad allora ucciso circa mezzo milione di cittadini russi, a Stalin quella sembrava una vendetta più che giustificata, così come gli inglesi intendevano rivalersi degli attacchi su Londra, nel 1940, e della distruzione della città di Coventry. Lo stato maggiore tedesco aveva inventato un vocabolo apposito, che in italiano si può tradurre ‘coventrizzare’, per indicare l'annientamento di un'intera città; all'inizio della guerra non immaginavano che 73 centri grandi e piccoli del loro paese avrebbero subito identica sorte.
Le difese, al suolo od aeree, e la stessa vastità del territorio urbano rendevano però scarsamente efficaci le incursioni, così alle bombe ordinarie si unirono gli ordigni incendiari, con effetti devastanti: l'attacco del 27 luglio 1943 su Amburgo causò 40000 vittime, la maggior parte delle quali bruciate vive nell'enorme fornace che divenne la città. Il calore sprigionato dagli incendi fondeva l'asfalto; le raffiche di aria rovente strappavano i vestiti alle persone lasciandole nude e facevano prendere fuoco ai loro capelli, disseccando al contempo la carne. L'attacco su Dresda del 13-14 febbraio 1945, a cui parteciparono anche i bombardieri B17 americani, causò altri 20000 ‘collateral damages’ del tutto inutili al fine della vittoria finale, visto che si trattò principalmente di donne e bambini.
I dettagli sono tratti da: Antony Beevor, La Seconda Guerra Mondiale, Capitolo 29. La battaglia dell’Atlantico e i bombardamenti strategici (1942-1943) e Capitolo 46. Yalta, Dresda, Königsberg (febbraio-aprile 1945), Rizzoli Editore.

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