23.4.19

K353

# La sezione più interessante della prima parte di “Alla ricerca del tempo perduto” di Marcel Proust, “Dalla parte di Swann”, è quella intitolata “Un amore di Swann”.
Charles Swann è un ricco amico della famiglia del Narratore (di cui non si sa il nome), ora caduto in disgrazia non solo presso di loro, ma presso l'intero bel mondo parigino a causa di un matrimonio disgraziato. Ha infatti sposato Odette de Crecy, una ‘cocotte’, come dicono i francesi, insomma una prostituta di bordo più o meno alto, impossibile da ricevere, secondo il rigido canone dell'epoca, in qualunque casa rispettabile.
“Un amore di Swann” racconta eventi svoltisi prima della nascita del Narratore, e da lui raccolti decenni dopo, spinto dalla curiosità in quanto amico, quand'era bambino, della loro figlia, Gilberte, con la quale giocava sugli Champs-Élysées.
All'inizio Swann trova Odette una persona poco affascinante, che non è nemmeno il suo tipo dal punto di vista fisico, e che frequenta compagnie volgari, come i pretenziosi Verdurin, ricchi ma senza alcun gusto in nessun campo. E' Odette a introdurlo nel loro salotto, e Swann si presta al gioco divertito da quell'ambiente che gli risulta estraneo, abituato com'è a frequentare duchesse e principesse del gran mondo. 
Presto però si rende conto che se acconsente a quella farsa è solo per stare accanto ad Odette, e questo è l'inizio di una schiavitù d'amore, di una tossicodipendenza che mi ha ricordato il rapporto fra Pip ed Estella in “Grandi Speranze” di Charles Dickens. Il caso di Swann se possibile è ancora peggiore, perché almeno Estella non illude mai Pip, e non si approfitta di lui in nessun modo, mentre Odette non ha scrupolo alcuno a farsi mantenere dall'amante, e ciò nonostante lo tradisce con uomini e donne.
Per farsi un'idea dell'intera vicenda si può vedere il bel film di Volker Schlöndorff intitolato appunto “Un amore di Swann” (1984), con Jeremy Irons ed Ornella Muti nel ruolo dei protagonisti.

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