9.10.18

K309

# Ho parlato delle trattative sulla cosiddetta Brexit dicendo che il Primo Ministro britannico, Theresa May, sta trattando un'uscita ultra-soft dall'Unione Europea. Questa da molti, sia nel Regno Unito che fuori, è percepita come una resa incondizionata, che renderebbe il paese non più membro ma vassallo dell'Europa comunitaria, visto che l'America di Trump, presa da furori isolazionisti, non ha alcuna intenzione di farsi carico degli antichi padroni coloniali come di una propria colonia.
Un politico di lungo corso come May se ne rende conto, così a volte la stampa riporta uno statement di tono opposto a lei attribuito: “nessun accordo è meglio di un cattivo accordo”. Il bluff suicida illustra a perfezione l'atmosfera di sconforto e nichilismo che ormai pervade le istituzioni britanniche: senza un accordo qualunque burocrate di Bruxelles, inserendo un codicillo in una norma amministrativa, può mandare a gambe all'aria i rapporti del settore dei servizi inglese, che ormai vale l'80% della loro economia, con un mercato continentale come quello europeo. Non si può escludere che Angela Merkel abbia già preso in considerazione anche questa ipotesi: le donne possono essere molto più crudeli dei maschi.
Vorrei sbagliarmi, se dico che il vento del nichilismo soffia anche sul Bel (si fa per dire) Paese. Esso porta con sé una ‘cupio dissolvi’ (1) del tutto il linea con l'anima acquisita dalla nostra nazione, nave sanza nocchiere in gran tempesta (2), dopo duemila anni di cattolicesimo, e ormai non più tenuta a bada da nessuno. Da noi se si espone il cadavere di qualche frate, o un macabro sudario palesemente falso 'il vario volgo a' bei pensieri infesto' (3), ‘la turba al vil guadagno intesa’ (4) si precipita ad adorarlo, al seguito delle autorità civili e militari.
Non sempre lo schiamazzare delle oche basta a salvare il Campidoglio, come ha scritto Karl Marx in un passo che mi sembra d'aver già citato, e come purtroppo ci toccherà sperimentare.

Note
1. Si veda: Paolo Apostolo, Prima Lettera ai Filippesi, 23-24: desiderium habens dissolvi et cum Christo esse, traduzione letterale del greco τὴν ἐπιϑυμίαν ἔχων εἰς τὸ ἀναλῦσαι καὶ σὺν Χριστῷ εἶναι. Dissolvi e ἀναλῦσαι esprimono il concetto dello scioglimento dell’anima dal corpo e quindi della morte; l'espressione ha poi assunto un senso metaforico implicante il prevalere, in una data situazione storica o politica, di una ideologia nichilista.
2. Dante Alighieri, Purgatorio, Canto VI, 77.
3. Giacomo Leopardi, Canti, XXVI. Il pensiero dominante.
4. Francesco Petrarca, Canzoniere, VII.

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