28.11.17

K218

# Riccardo III di William Shakespeare è solo la prima di una serie di opere capaci di inserire il loro autore nella storia della letteratura mondiale. Lo seguiranno: Giulio Cesare (1599-1600); Amleto (1599-1600); Otello (1604-05); Re Lear (1605-06) e Macbeth (1605-06), solo per citare le mie preferite.
Pur avendola scritta quando non aveva ancora trent'anni, la tragedia del sovrano deforme e malvagio è già puro Shakespeare al 100% per l'uso del linguaggio, che definirà l'idioma inglese nei secoli a venire, e per la caratterizzazione dei personaggi a cominciare, com'è ovvio, da quello del titolo. Il colpo di genio del Bardo, tuttavia, a mio parere fu l'introduzione di una sorta di coro greco di donne le quali, non avendo per colpa sua più nulla da perdere, inseguono e maledicono Riccardo.
Esso è composto da:
- Margherita d'Anjou, vedova di Enrico VI, ucciso da Riccardo nella Torre di Londra, e madre di Edoardo, principe di Galles, che subirà la stessa sorte al termine della battaglia di Tewkesbury, vinta dagli York;
- Elisabetta Woodville, "the White Queen", moglie e poi vedova di Edoardo IV, quindi cognata di Riccardo, che per procurarsi il trono ammazza l'erede legittimo, ossia il di lei figlio Edoardo, principe di Galles, ed anche il fratello Riccardo, duca di York;
- infine la madre stessa di Riccardo, Cecilia Neville, duchessa di York, che lo accusa dell'assassinio del fratello Giorgio, duca di Clarence, il quale essendo più anziano di lui aveva la precedenza nella successione all'altro fratello, Edoardo IV, dopo la sua morte.
Già all'inizio (Atto primo, Scena terza) Margherita si esprime così:

No sleep close up that deadly eye of thine,       
Unless it be while some tormenting dream   
Affrights thee with a hell of ugly devils!   
Thou elvish-mark’d, abortive, rooting hog!   
Thou that wast seal’d in thy nativity   
The slave of nature and the son of hell!          
Thou slander of thy mother’s heavy womb!   
Thou loathed issue of thy father’s loins!   
Thou rag of honour! thou detested—

Nessun sonno chiuda più i tuoi occhi letali,
a meno che qualche sogno tormentoso
non ti spaventi con un inferno di orribili demoni !
Tu segnato dai folletti, aborto di maiale che fruga fra i rifiuti !
Tu che alla nascita fosti marchiato
come schiavo di natura e figlio dell'inferno !
Tu calunnia al pesante grembo di tua madre !
Tu aborrita progenie dei lombi di tuo padre !
Tu straccio dell'onore ! tu detestato ...

Gli esempi potrebbero continuare, ma finirei col citare l'intera tragedia, sempre su questo tono.