26.9.17

K200

# E' palese che Shakespeare non sapeva nemmeno cosa fosse il 'politicamente corretto'; è probabile che molte battute dei suoi drammi o commedie, se scritte al giorno d'oggi, cadrebbero sotto la ghigliottina dei censori appunto 'politicamente corretti'. Un buon esempio è il riassunto della leggenda di Troia da me citato in un post precedente.
Del resto non è che il vecchio Will ce l'avesse in particolare con le donne greche, o meglio achee; se Elena  tradisce il marito, Menelao, con un troiano, Paride, proprio nel "Troilo e Cressida" la protagonista, Cressida, appena ne ha l'occasione molla l'amato Troilo, figlio di Priamo, per sistemarsi in maniera più confortevole e soprattutto sicura con un guerriero greco, Diomede.
E' questa libertà, questo atteggiamento naturalmente amorale a interessare Shakespeare, che non da mai giudizi; essi possono essere impliciti nelle parole usate in maniera magistrale dal suo genio letterario, ma allo stesso tempo proprio la rappresentazione della cruda realtà critica la realtà stessa, e i pregiudizi formatisi nel corso dei secoli. Gli era peraltro ben noto che la bellezza è spesso calunniata, come risulta da questo sonetto (il LXX, per l'esattezza):

That thou art blam'd shall not be thy defect,
For slander's mark was ever yet the fair;
The ornament of beauty is suspect,
A crow that flies in heaven's sweetest air.
So thou be good, slander doth but approve
Thy worth the greater being woo'd of time;
For canker vice the sweetest buds doth love,
And thou present'st a pure unstained prime.
Thou hast passed by the ambush of young days
Either not assail'd, or victor being charg'd;
Yet this thy praise cannot be so thy praise,
To tie up envy, evermore enlarg'd,
If some suspect of ill mask'd not thy show,
Then thou alone kingdoms of hearts shouldst owe.

Che tu sia biasimata non sarà una tua mancanza,
bersaglio della calunnia è da sempre la grazia,
ed ornamento della bellezza il sospetto,
corvo che vola nella purissima aria del cielo.
Se sei onesta, la calunnia non fa che rendere
più grandi i tuoi meriti, corteggiandoti,
il bruco ama infatti i germogli più teneri,
e tu mostri una pura primavera immacolata.
Sei sfuggita alle imboscate della giovinezza
perché non assalita, o uscendone vittoriosa;
ma questa lode non ti appartiene al punto
da legare l'invidia, che sempre dilaga,
se un sospetto di male non velasse il tuo aspetto
sola governeresti il reame dei cuori.

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