# Quadri da un'esposizione impersonale
Georges Braque (1882-1963)
"Aria di Bach"

Devo ammettere che la pittura astratta non è nelle mie corde, forse perché sono e probabilmente sempre sarò un materialista. Nella vita non si può mai dire, ma è più probabile che un giorno mi svegli gay, piuttosto che cambi questo tratto fondamentale del mio carattere.
Le opere di Georges Braque però mi piacciono: in esse vedo un'astrazione geometrica, se non matematica, che solletica miei antichi interessi. Non per nulla anche lui amava la musica di Bach, i cui legami con il teorema fondamentale della matematica moderna sono stati indagati da Douglas R. Hofstadter nel tomo intitolato "Gödel, Escher, Bach: un'Eterna Ghirlanda Brillante".
Detto questo aggiungo che, chissà perchè, giudico Braque meno espressivo di Pablo Picasso. I quadri del genio spagnolo, però, sono astratti per modo di dire, essendo sempre animati da una forza, una volontà di vita che precede, come animalità, e insieme trascende, come spiritualità, ad esempio nei ritratti femminili, ciò che è umano.
Comunque, questo quadro in particolare mi piace perchè cita il mio musicista preferito, Bach appunto, e poi lo stesso Braque viene citato in un vecchio, ahimé, vecchissimo pezzo di David Bowie intitolato 'Unwashed and Somewhat Slightly Dazed' (sic !), dove dice:
Now you run from your window
To the porcelain bowl
And you're sick from your ears
To the red parquet floor
And the Braque on the wall
Slides down your front
And eats through your belly
It's very catching
So now, you should spend the mornings lying to your father quite amazed
About the strange Unwashed and Happily Slightly Dazed.
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