# Quadri da un'esposizione impersonale
Gustave Doré (1832-1883)
La strage degli innocenti

"Allora Erode, vedutosi beffato dai magi, si adirò gravemente, e mandò ad uccidere tutti i maschi ch'erano in Betleem e in tutto il suo territorio dall'età di due anni in giù, secondo il tempo del quale s'era esattamente informato dai magi."
Matteo, 2, 16
L'Erode di cui parla l'evangelista non è Erode il Grande, morto nel 4 a.C., ma suo figlio, Erode Antipa, che, alla morte del padre, Augusto nominò tetrarca della Galilea e della Perea; la parte maggiore del regno paterno fu affidata a suo fratello Archelao, in base al testamento di Erode, col titolo di etnarca di Giudea. Costui però non diede buona prova di sé, tanto che una delegazione di sudditi si recò a Roma a protestare. Augusto allora lo depose, inviandolo in esilio in Gallia, e aggregò la Giudea alla provincia di Siria.
Erode Antipa resistette più a lungo, ma nel 39 d.C. ebbe la malaugurata idea di recarsi a Roma per chiedere a Gaio Cesare (Caligola) il titolo di re, istigato da sua moglie Erodiade, madre della famosa Salomè. Per tutta risposta Caligola lo privò anche del titolo di tetrarca, esiliandolo a Lione, in Gallia. La tetrarchia venne affidata a Marco Giulio Agrippa, che a dispetto del nome romano era un nipote di Erode il Grande, figlio di suo figlio Aristobulo, e quel che più conta amico di Caligola.
Tutto ciò si può leggere con abbondanza di particolari nelle "Antichità Giudaiche" di Flavio Giuseppe. In esse si narra delle nefandezze di cui si macchiò Erode il Grande per conquistare e mantenere il potere, e della lotta accanita per la successione, ma della "strage degli innocenti" di cui mi ricordo parlava con accenti roboanti il viceparroco che ci faceva il catechismo, non c'è traccia.
Mi chiedo: nessuno se n'è mai accorto ? I soi-disant 'biblisti' che appaiono alla televisione a sparare cazzate su qualunque argomento, non dovrebbero prima di tutto occuparsi di sceverare il vero dal falso nel campo di loro competenza ? O nessuno ormai presta più fede a queste favole, a cominciare dai preti, la cui unica ragione di esistenza consiste nel rompere le palle a chi non la pensa come loro ?
Mistero.
P.S.: il solo accenno che Flavio Giuseppe fa a Gesù Cristo (A.G. XIII, III, 3), in termini smaccatamente elogiativi, è una palese interpolazione dei primi cristiani, già allora specializzati in menzogne. Risulta infatti impossibile che sia stato Giuseppe, ebreo di scuola farisea, a definire Gesù 'il Cristo', cioè l'Unto di Dio, vale a dire il Messia.
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